Affitti brevi, MiTur: riforma non criminalizza, ma regolamenta fenomeno e valorizza turismo

14/07/2023

In riferimento alla nota emessa dal presidente di Confedilizia è opportuno specificare che la proposta di legge in tema di affitti brevi ha come obiettivo quello di regolamentare il fenomeno e non di criminalizzarlo, come ha sempre affermato il ministro del Turismo Daniela Santanchè.

Anche nel suo recente intervento in occasione dell’Assemblea di Confagricultura di ieri, 13 luglio 2023, il ministro ha infatti rimarcato lo spirito che anima la proposta di legge:
“Prima di fare una proposta di legge è mia abitudine ascoltare tutte le associazioni di categoria, perché sono coloro che sanno meglio di tutti quali sono i reali problemi. Ho ascoltato tutti i sindaci delle città metropolitane da Firenze a Roma e Milano per capire insieme quale era la soluzione. E ci dobbiamo rendere conto di due cose: la prima è che è una materia molto delicata.”

Nel prosieguo del suo intervento il ministro ha sottolineato l’importanza del fenomeno degli affitti brevi per i piccoli borghi: “Se non ci fossero gli affitti brevi, non consentiremmo a nessun turista di poter pernottare e, quindi, questo è un problema.

L’altro è che mancano gli alberghi in Italia e lo dobbiamo dire con chiarezza. Abbiamo circa un milione e 200 mila camere: sono troppo poche rispetto alla richiesta di venire nella nostra Nazione, motivo per il quale non si criminalizza il fenomeno ma si punta a regolamentarlo”.

Il ministro ha infatti specificato: “Sugli affitti brevi un tema c’è: è il far west, perché non c’è una norma precisa, quindi nella nostra proposta, che spero vada presto in Parlamento, c’è innanzitutto il codice unico identificativo (CIN) perché ora ogni Regione ha il proprio codice identificativo e questo crea problemi. Vogliamo, invece, un codice identificativo nazionale, dove sarà facile capire quanti sono i letti a disposizione, perché non possiamo permettere che un turista arrivi in Italia pensando di affittare un appartamento con un certo numero di posti letto, che poi si dimostra non adeguato.

Dobbiamo sia tutelare il turista che la proprietà privata, perché per noi quest’ultima è sacra. Se hai una o due case è giusto che hai la cedolare secca perché quelle case, per esempio, avute in eredità aiutano ad arrotondare gli introiti di una famiglia, ma se hai dieci case, devi avere le stesse regole di chi fa impresa. Questa è la nostra proposta per regolamentare un settore che ha bisogno di essere normato. Ci tengo a sottolineare, visto che c’è stata una criminalizzazione delle famiglie che affittano le loro case, che lo fanno perché c’è una domanda. Se avessimo più alberghi anche questo fenomeno sarebbe diverso. C’è chi dice che lo spopolamento dei centri è dovuto agli affitti brevi: non credo sia così, perché è un problema di cui parliamo da venti anni, sono altre le motivazioni. Continuare ad allargare le zone vietate al traffico crea disagi alle famiglie.

Non sono per criminalizzare nessuno, ma per regolamentare. E mi auguro, come avevo promesso, che entro la fine di luglio la nostra proposta, che abbiamo adesso fatto circolare agli assessori del turismo e sindaci delle città metropolitane, abbia il suo iter parlamentare. Noi agiamo sulla tassazione: chi ha fino a due case, avrà la cedolare secca, mentre da tre case in su si deve adeguare al mercato imprenditoriale”.

È utile, infine, specificare che nessuna delle riforme promosse dal Ministro e dal ministero del Turismo è mai fatta contro o ad esclusione, ma è semmai vero il contrario, ossia che la collegialità e la sintesi derivante dell’ascolto è la cifra stilistica che caratterizza l’operato del dicastero.

 

Roma, 14 luglio 2023